A pochi giorni dall’avvio dei nuovi bandi regionali cerchiamo di fare il punto della situazione ad oggi. A tal fine abbiamo interpellato Vito Luna, dottore commercialista, esperto in finanza agevolata.
Dottor Luna, entriamo subito nel merito, quale la situazione della finanza
agevolata oggi in Puglia?
Dopo una lunga attesa che ha alimentato molte aspettative tra gli operatori economici pugliesi, si riscontra da una lato, una vivace curiosità per le proposte di finanza agevolata e dall’altro, non poca delusione tra coloro che attendevano tali incentivi.
Come mai? A breve sarà possibile presentare progetti in vari ambiti, dalle imprese innovative ai programmi welfare to work, al bando turismo.
Sì è vero. Dal mese in corso, potranno essere presentate varie richieste di aiuto in questi ambiti ma esistono troppi limiti che in breve sintetizzo: 1) il progetto welfare to work cerca di intercettare categorie in estrema difficoltà come disoccupati da due anni, cassintegrati e percettori di indennità di mobilità, titolari di contratti a progetto e propone loro l’avvio di un’attività. Tali soggetti dovranno però disporre di fondi propri per avviare l’attività e, quindi, anticipare di tasca propria l’intero investimento. Solo successivamente le succitate categorie potranno chiedere l’erogazione del contributo pari a 25mila euro (a prescindere da quanto speso, condivisibile o meno) che avverrà entro due anni. 2) Il bando turismo è in realtà un incentivo per pochi. Potranno accedere ai benefici solo imprese già operanti in alcuni ambiti turistici e previa concessione di un mutuo da parte di un istituto di credito, che, com’e’ noto, sono sempre più restrittivi; solo dopo la concessione del mutuo, la Regione coprirà parte degli interessi passivi sul mutuo, oltre ad un 10% di fondo
perduto sul totale investimento. E’ evidente che il bando turismo esclude dai benefici tutti coloro che erano in attesa di intraprendere nuova attività e mettere a frutto le loro esperienze nel comparto turistico che, ad oggi e nel nostro territorio, rimane sicuramente uno dei pochissimi settori attivi dopo il crollo del calzaturiero e del tessile. 3) Per quanto riguarda, infine, il bando micro e piccole imprese innovative, occorre sottolineare come sia auspicabile incentivare tale settore che rappresenta il precursore di nuove economie. Anche questa volta però l’accesso a tale incentivo appare piuttosto complesso in quanto
occorre aver già strutturato un ricerca (potrebbe derivare ad esempio dalle università) e poi creare un attività in funzione di questa.
Lei descrive, quindi, un panorama complesso nel quale non è immediato l’accesso. In definitiva, come potranno le imprese pugliesi godere di questi incentivi al fine di far crescere l’ economia del territorio?
La risposta è altrettanto complessa e preferirei affidarmi alle parole di Einaudi che così descriveva l’imprenditore: “Migliaia, milioni d’individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”. Occorre comunque essere ottimisti, atteso che gli interventi regionali non si esauriranno qui e probabilmente in futuro si apriranno nuovi spiragli per coloro che oggi soffrono l’esclusione. Almeno questo è il mio auspicio.
Pubblicato su LeccePrima